La nuova avventura post-Ferrari
Un percorso da costruire (2021)
L’ultima fase della carriera di Sebastian si tinge di verde: da settembre 2021 è infatti un nuovo pilota Aston Martin, scuderia nata dalla Racing Point e guidata dal multimiliardario Lawrence Stroll, che affianca il figlio Lance al quattro volte campione del mondo tedesco.
Seb sostituisce Sergio Perez, che aveva addirittura colto una vittoria nella stagione 2020 sul circuito di Sakhir, Bahrain, e che si trova ora senza sedile per l’anno successivo. Come ci insegna la storia, l’esperienza del messicano in Formula 1 è destinata a continuare: come molti auspicavano, egli firmerà un contratto con la Red Bull, come alfiere di Max Verstappen.
Ma torniamo a Sebastian: nuova vettura con buone ambizioni ed un significativo progetto di rifondazione a lungo termine. Una scelta certamente forzata dall’assenza di disponibilità di monoposto libere, ma che tutto sommato sembra poter essere una buona alternativa per ritrovarsi, specialmente dopo un’ultima stagione non facilissima in Ferrari (di cui è stato scritto nella seconda parte di questo articolo).
Tuttavia, la stagione 2021 non inizia nel migliore dei modi: dapprima Seb è condizionato da problemi meccanici sulla sua AMR21, poi ribattezzata Honey Ryder, durante i consueti test in Bahrain; poi è autore di quattro gare non brillanti. I primi appuntamenti del nuovo Campionato Mondiale, tenutisi in Bahrain, Italia, Portogallo e Spagna, lo vedono sempre fuori dalla zona punti, con una differenza abissale di prestazioni della scuderia rispetto all’anno precedente.
La vettura color verde è infatti quella che, mediamente, ha perso più velocità tra una stagione e l’altra, quella che non solo non si è migliorata, ma addirittura è peggiorata come nessun’altra. Bisogna comunque tener presente che la vecchia Racing Point aveva davvero performance da vendere: 195 punti (210 senza penalizzazione) e quarto posto tra i costruttori, con una già citata vittoria ed altri tre podi. Senza penalità avrebbe chiuso anche davanti a McLaren.

Il primo acuto di Vettel in Aston Martin è stato un capolavoro di velocità e strategia, consumatosi sulle stradine di Monaco a partire dalle qualifiche, fino alla costruzione di una splendida gara. Parte dall’ottava casella in griglia, che di per sè era ottima, ma riesce addirittura a migliorarla: allunga il primo stint su gomme soft e guadagna quei secondi necessari a sopravanzare sia Hamilton che Gasly, con cui è protagonista, tra l’altro, di un bel duello dall’uscita della pit lane fino alla curva Massenet. Qui nasce anche uno dei meme più usati dagli addetti ai lavori, cioè quello di Lance Stroll che interrompe qualcosa, che ha origine quando il pilota canadese urta senza conseguenze una barriera e la regia decide di mandare in onda quest’avvenimento trascurabile piuttosto che far sapere al pubblico chi tra Seb e Pierre sia davanti. In un Gran Premio in cui peraltro ci sono tradizionalmente pochi sorpassi, la regia non può permettersi una svista del genere e si candida ad essere una delle peggiori dell’anno. Fatto sta che Sebastian infine è quinto e può dedicarsi al prossimo GP in maniera più che mai spensierata.
E il prossimo Gran Premio non sarà neanch’esso privo di soddisfazioni per lui, dato che in terra azera riuscirà a conquistare il primo podio della stagione, nonchè il primo della nuova scuderia inglese per cui corre. Si piazza secondo alle spalle di Perez, con i due contendenti al titolo (Hamilton e Verstappen) entrambi fuori dalle posizioni che contano. Dopo una qualifica promettente ma non eccezionale, Vettel scatta dall’undicesimo posto, guadagnando subito due posizioni e trovandosi dopo poco al comando della gara, unico a non essersi ancora fermato per cambiare le mescole morbide. Dopo il pit stop è in lotta con la Ferrari di Leclerc e l’AlphaTauri di Gasly, riuscendo a superare entrambi con ottima aggressività e velocità. Il grande piazzamento sembra in cassaforte finchè Max Verstappen, comodamente in testa alla gara, perde il controllo della vettura sul rettilineo principale a causa di una foratura e la Safety Car entra in pista. Alla ripartenza, anche Hamilton si autoelimina per aver selezionato una ripartizione errata della frenata, così il buon Seb può terminare la sua grande gara sul podio. Perez, Vettel e Gasly formano uno dei podi più insoliti ma anche più festosi della stagione, dato che rappresentano tre realtà diverse del motorsport che si ritagliano un meritatissimo spazio di gioia.

E’ ancora a punti (nono) nel successivo Gran Premio di Francia, a cui però seguiranno prestazioni non esaltanti. In due gare al Red Bull Ring termina dodicesimo e diciassettesimo; in quest’ultimo caso è anche costretto al ritiro per un incidente con Raikkonen nel corso dell’ultima tornata per posizioni di rincalzo.
A Silverstone è autore di un ottimo inizio di weekend, che comprende anche una sprint race di sabato. E’ ottavo in griglia e tutto indica una concreta possibilità di chiudere a punti, sennonchè, nei primi giri è autore di un testacoda che lo relega nelle posizioni di fondo da cui non si risolleverà.
Un Gran Premio a due volti sarà poi quello in terra ungherese: partito decimo, Seb è addirittura terzo dopo un’incredibile carambola al primo giro causata da Bottas e Stroll, con quattro macchine ritirate e diverse altre danneggiate. Recupererà la posizione su Hamilton perchè il pilota inglese è l’unico a non fermarsi ai box per montare gomme slick alla ripartenza e si stabilizzerà su quel secondo posto per tutta la gara. Davanti a lui, Ocon mantiene un passo accettabile e Seb conduce un’intera gara alle calcagna del pilota francese, alla continua ricerca di uno spiraglio buono per sopravanzarlo. Tuttavia, nonostante l’ottimo passo, non c’è niente da fare: prima vittoria in Formula 1 per Ocon e per l’Alpine e Vettel “solo” a podio. L’altra faccia della medaglia è data dalla successiva squalifica della vettura di Sebastian, a causa di un controllo post-gara che non rileva la quantità minima di carburante richiesta dal regolamento.

Una buona soddisfazione, in termini di piazzamento, è quella della trasferta belga: una gara-farsa giustamente criticata dagli addetti ai lavori con veemenza. In tre minuti si conclude una corsa che assegna punti dimezzati e mostra ai tifosi uno spettacolo inesistente: il Gran Premio doveva essere annullato a causa delle condizioni troppo pericolose. Seb sarebbe partito quinto e chissà che posizione avrebbe potuto agguantare.
Le ulteriori quattro gare non portano risultati utili per Vettel, con la casa inglese che raccoglie 8 punti solo grazie a Stroll, settimo in Italia e nono in Turchia. Un punticino è raccolto dal campione tedesco negli States e poi altri sei punti in Messico. Sfiora la decima posizione in Brasile e chiude con un ulteriore piazzamento in top-10 un trittico asiatico non brillante, con cui termina la stagione 2021. Tra alti e bassi, si può concludere che questo primo anno di esperienza in Aston Martin sia stato rivelatore di alcune fattualità: innanzitutto, Sebastian ha ancora la capacità per poter dire la sua all’interno della categoria più elitaria del motorsport, con prestazioni altalenanti dovute certamente al rendimento non continuo della macchina, ma tutto sommato buone; poi si deve considerare l’aspetto umano del campione, infatti Vettel è autore di gesti sia simbolici che più concreti per un futuro più sostenibile per l’intero ecosistema mondiale, di cui si tratterà in seguito.
L’ultima sinfonia (2022 – parte 1)
Un nuovo regolamento e vetture concettualmente e tecnicamente rifondate, ecco la rivoluzione che la Formula 1 aspettava da tempo, ma che ha subìto un inevitabile ritardo a causa della pandemia. La stagione è alle porte e in casa Aston Martin si nutre una certa fiducia, creatasi all’interno del team per l’impegno sostenuto nei mesi invernali che sembra possa essere ripagato con buoni risultati in pista.
Tuttavia, l’annata non inizia nel migliore dei modi per la scuderia di Silverstone e per Sebastian in particolare: non riesce infatti a correre i primi GP per aver contratto il Covid-19, e sarà sostituito da Nico Hülkenberg in Bahrain e Arabia Saudita. Qui i risultati sono veramente deludenti, con zero punti raccolti e addirittura una doppietta in fondo alla classifica finale a Gedda. La stagione del pluricampione del mondo tedesco inizia a Melbourne, dove però non conclude la corsa a causa di un crash verso metà gara, dopo aver più volte urtato contro i muretti australiani nelle sessioni di prove libere.
Si rifarà con gli interessi in quel di Imola, dove raccoglie i primi quattro punti dell’anno sfoderando una qualifica da Q3 e un ottimo passo gara. Anche a Miami la sua gara è molto buona, sennonchè a pochi giri dalla fine è autore di un contatto strappalacrime con Mick Schumacher, anch’egli in lotta per i punti. Non termina la gara e ci si rivede in Spagna. Undicesimo al Montmelò e decimo nel Principato di Monaco sono il meglio che Seb riesce a fare, per poi dare spettacolo ancora una volta in Azerbaigian, dove conquista ben 8 punti. Riesce ad entrare in Q3 e alla fine termina sesto, grazie anche ai ritiri delle due Ferrari. Inoltre, mette a frutto in quest’occasione tutto l’allenamento di spinnate compiuto con la scuderia di Maranello, effettuando un gran 360 dopo un errore in curva 3, che lo fa ripartire immediatamente.

In Canada, è più che altro il team a sbagliare, dapprima con la pressione delle gomme in qualifica e poi con una strategia non ottimale in gara. Ritrova un piazzamento a punti in Gran Bretagna, anche se, come a Montreal, la scelta strategica non è felice.
Non benissimo invece sul Red Bull Ring, circuito su cui si rende protagonista di due escursioni in ghiaia nel corso del weekend, perdendo un’occasione ghiotta per raccogliere punti pesanti per il mondiale. In Francia mostra un buon ritmo, ma ancora una volta il team penalizza la sua gara, che infine conclude immediatamente dopo il compagno di squadra.
L’annuncio del ritiro e l’impegno sociale
Poi, la catastrofe. Sebastian Vettel apre un canale instagram, suscitando l’entusiasmo di milioni di fans in giro per il mondo. Nessuno avrebbe potuto prevedere cosa sarebbe successo da lì a poco: Seb pubblica un video di 4 minuti in cui annuncia di volersi ritirare al termine della stagione. Non per deboli di cuore. Sicuramente il paddock perde uno dei suoi piloti più amati, una persona che molti dipingono come altruista, gentile, disponibile e di buon cuore, oltre che uno tra i più vincenti della storia. Ma quali sono le ragioni del ritiro?
Il pilota si dichiara apertamente innamorato di questo sport, ma per lui c’è anche dell’altro: una famiglia composta da due figlie più grandi ed un maschietto, oltre ad una moglie che lo accompagna nel suo percorso di vita ormai da molti anni. E’ per lui arrivato il momento di dedicarsi più a loro che alle corse, dato che, tra allenamenti, preparazione e viaggi frequentissimi in tutto il globo, il tempo per i parenti è sempre stato scarso. Quello pubblicato da Seb, è poi un video in cui egli si descrive a 360 gradi, come persona a cui piace godere della vita e della natura, come sostenitore del cambiamento e del progresso, come persona impaziente e testarda, che crede nella possibilità di fare la differenza con le piccole azioni quotidiane da parte di tutti.
Non c’è alternativa, è tempo di decisioni importanti per il futuro di tutti, fondamentali per il pianeta e per i suoi abitanti. Si parla di guardare avanti, del fatto che nuove impronte verranno lasciate sui tracciati dai futuri piloti, mentre è compito di coloro che vivono ora poter garantire che essi corrano. Più in generale, Seb inneggia alla necessità di agire nell’immediato per consentire alle nuove generazioni di non dover fronteggiare problematiche irrisolvibili, sopra tutte quelle climatiche, per cui lui si sta tanto battendo.
Il suo impegno, maturato soprattutto nell’arco degli ultimi anni, si è esternato su più fronti: la protezione dell’ecosistema terrestre, il sostegno alla comunità LGBT e numerose altre tematiche ambientali e sociali oggi più che mai delicate. Alcune iniziative sono state ben viste da tutti, mentre inevitabilmente altre sono state duramente criticate per le più svariate ragioni.
Ad esempio, durante il weekend sulla pista di Montreal, Seb ha indossato un casco (poi sostituito per la gara) di denuncia verso le estrazioni di sabbie bituminose nella regione dell’Alberta, i cui cittadini accusano ormai da tempo gravi problematiche di salute, legate con buona probabilità alla contaminazione di acqua e aria dovuta al processo di lavorazione di questi materiali. Per la realizzazione di questo complesso procedimento, infatti, non solo vengono disboscate intere foreste, ma sono anche emessi quantitativi di anidride carbonica molto alti, per non parlare dell’inquinamento delle acque che ha causato un notevole aumento della mortalità tra la fauna locale. La finalità dell’estrazione di queste sabbie è la produzione di combustibili fossili.
Non ha tardato ad arrivare la critica del Ministro dell’Energia dell’Alberta, Sonya Savage, la quale, dando a Vettel dell’ipocrita, gli ha ricordato in modo deciso come il suo mestiere sia strettamente connesso allo sfruttamento di questo tipo di combustibili, ma anche il fatto che la sua scuderia, Aston Martin, abbia come main sponsor una società petrolifera che produce una quantità spaventosa di gas serra: Aramco. Infine, per ragioni che non ci è dato sapere, Seb ha indossato il suo casco tradizionale il giorno della gara, consapevole però di aver inviato il messaggio che avrebbe voluto trasmettere.

La dicotomia tra l’impegno contro l’inquinamento del pianeta e il correre in una categoria che consuma, nel suo insieme, abbondanti quantità di carburanti, è stata al centro di varie discussioni sul quattro volte campione del mondo, che si è espresso con tono abbattuto quando ha affermato il proprio pensiero a riguardo: <<Guidare è la mia passione. Ogni volta che salgo in macchina, lo amo. Quando esco dalla macchina, naturalmente penso anche: “E’ qualcosa che dovremmo fare, viaggiare per il mondo sprecando risorse?”>> (dall’intervista alla BBC).
In questa discussione sono emersi tanti pensieri e tante idee in merito al futuro del nostro pianeta, ma anche su quello della Formula 1: la categoria regina infatti, dopo l’introduzione di motori ibridi, sta pensando ad una serie di rivoluzioni in ambito tecnico mirate proprio a ridurre l’impatto ambientale delle monoposto nel corso dei prossimi anni. Si sta lavorando sull’idea di motori sostenibili a zero emissioni di carbonio entro il 2030 (progetto Net-Zero Carbon). Resta comunque il fatto che l’imponente sistema di trasporti di personale e vetture in giro per il mondo, decisamente inquinante, non sia purtroppo eliminabile.
Un altro tema che sta a cuore al pilota di Heppenheim è il riscaldamento globale, l’effetto ultimo delle gravi compromissioni di cui sopra. A Miami, durante il fine settimana statunitense, egli ha infatti indossato una maglietta con la scritta: “Miami 2060: Primo Gran Premio sott’acqua. Agisci ora o nuota dopo”, un chiaro riferimento all’innalzamento del livello delle acque. In tema marino, è indicativo anche lo speciale casco del GP turco del 2021, che contiene disegni di pesci, balene, tartarughe, polpi, meduse, coralli ed altre creature acquatiche, che devono essere salvaguardate nel rispetto del loro habitat naturale.

Anche l’Austria è stato teatro di varie sue iniziative, questa volta mirate alla protezione delle api, una risorsa di inestimabile importanza per la sopravvivenza della nostra specie sulla Terra. Qui Sebastian ha promosso una serie di iniziative con bambini di varie scuole locali, per cercare di sensibilizzare i futuri uomini su una tematica molto delicata. Quest’anno ha poi indossato, durante un non fortunatissimo Gran Premio in terra di Stiria, un casco speciale a tinte gialle e nere, per celebrare il ruolo preziosissimo di questi piccoli animali per il nostro futuro.

Silverstone è stata poi teatro di varie altre iniziative, sia nel 2021 che nel 2022. Durante il primo GP di casa della neonata scuderia, Seb ha compiuto un bel gesto assieme ad alcuni fans: ha aiutato a raccogliere e rimuovere i rifiuti dagli spalti che avevano ospitato migliaia di persone durante la gara. Certo, non sarà stato un lavoro massacrante, ma è servito comunque da esempio, come invito generale a non gettare rifiuti per terra e tenere sempre puliti i luoghi in cui ci rechiamo. Quest’anno invece, il campione tedesco ha deciso di mandare un messaggio di sostenibilità motoristica: un giro in pista sulla sua FW14B appartenuta a Mansell, alimentata però con carburante a zero emissioni (sostenibile, prestazionale e che lascia intatte le tradizionali sonorità del 10 cilindri Renault). Si tratta comunque solo di un’azione esemplare, anche considerando che la Formula 1, nonostante i suoi obiettivi di sostenibilità, produce quasi la metà delle emissioni nel settore logistico più che nella corsa vera e propria delle auto in pista, oltre allo spostamento di grandi masse di tifosi.
Dal punto di vista sociale, Vettel si è mostrato particolarmente sensibile a tante tematiche: in primis la difesa contro gli atti di discriminazione subìti dalla comunità LGBT, la condanna del lavoro minorile e poi il sostegno al popolo ucraino. Sebastian si è presentato in Ungheria e Turchia con indumenti particolari, dal casco e le scarpe con i colori dell’arcobaleno alla maglietta con la scritta “Same love”. Il messaggio è chiaro: niente discriminazioni, giuridicamente e di fatto, per coloro che hanno una sessualità diversa da quella etero, che spesso sono presi di mira con violenze fisiche e morali. Il fatto che Seb abbia voluto ribadire questi fondamentali concetti di umanità e civiltà in paesi come quello di Orban e quello di Erdogan, non è certo un caso. E’ nota infatti l’avversione di questi due “presidenti” nei confronti della sensibilizzazione di queste tematiche, oltre che della loro applicazione nel concreto vivere.

Nel corso di questa stagione, Seb ha poi presentato un casco con i colori della bandiera ucraina con la scritta “NO WAR” impressa sui lati, lanciando il suo, seppur astratto, messaggio di pace. Nel corso del recentissimo GP all’Hungaroring ha poi sfoggiato un nuovo design sul suo casco: tanti mattoncini LEGO incastrati l’uno con l’altro ed accompagnati da una frase “let the children play” che rivela un nuovo obiettivo. “Lasciate giocare i bambini”, uno slogan forte ma che ha bisogno di azioni concrete e massicce per essere davvero messo in atto. Negli Stati Uniti ha infine indossato un casco coloratissimo con le parole “Peace” e “Love”, a sostegno dei suoi ideali. Purtroppo però, su questo e tanti altri fronti, agire è difficile e le parole non bastano. Ci auguriamo che Sebastian sia capace di accompagnare le parole ai fatti, e ci regali nel corso degli anni tanti motivi per cui sorridere e sperare in un futuro migliore per tutti.

L’ultima sinfonia (2022 – parte 2)
Dopo la sosta estiva, si scaldano i motori in quel di Budapest. In gara Seb è un martello: dalla diciottesima posizione in griglia recupera fino alla zona punti, superando il compagno di squadra e arrivando a pochissimi decimi da Ocon, partito addirittura quinto. Anche in Belgio le solite qualifiche poco fortunate lo condizionano, ma Seb è abile nel cogliere un’ottima partenza e recupera diverse posizioni: si ritrova quinto dopo il primo giro (partiva sedicesimo), sfruttando i vari incidenti e le penalità.
Seguiranno poi due gare opache in Olanda e a Monza. A casa di Verstappen finisce in ghiaia all’ultima curva in Q1, condizionando fortemente il suo weekend in negativo. Parte diciannovesimo e nonostante recuperi varie posizioni, non è abbastanza. Tra l’altro è protagonista di un episodio praticamente inspiegabile: da doppiato blocca letteralmente Hamilton e Perez dietro di lui per diverse curve, benchè il suo ingegnere lo avesse avvertito in anticipo dell’arrivo di macchine più veloci. In Italia invece, dopo il classico sabato sottotono per l’Aston Martin, Seb si è purtroppo dovuto ritirare dopo 12 giri per noie meccaniche. Che peccato chiudere così nell’ultima a Monza.

Adesso si vola fuori dall’Europa per concludere il Mondiale. Prima si passa dall’Asia: la città-Stato di Singapore ospita un pazzo Gran Premio in cui il tedesco mostra una gran forma già dalla partenza: in poche curve guadagna ben cinque posizioni e resterà in zona punti per tutta la corsa. Buon passo, ottima difesa e grande tenacia, tutte doti che Seb dimostra ancora di avere. Ad un certo punto della gara le tre macchine di Vettel, Hamilton e Verstappen si ritrovano una dietro l’altra: un’immagine memorabile. Anche il Giappone gli porta benissimo, anche considerando che il magico tracciato di Suzuka è uno dei suoi preferiti. Innanzitutto è autore di una qualifica spettacolare, che lo piazza nono in griglia di partenza (con Stroll diciannovesimo). Purtroppo per lui, alla prima curva valuta male le distanze e si rende protagonista di un contatto ruota a ruota con Alonso, finendo fuori dal tracciato. Alla ripresa della corsa dopo la bandiera rossa Seb è nelle retrovie, ma capisce di dover cambiare le gomme e si ferma ai box immediatamente, azzeccando in pieno la strategia ideale. Dalle full wet passa alle intermedie, girando ben più veloce del resto del gruppo e guadagnando tutte le posizioni che aveva perso al primo giro. E’ infine protagonista di un gran duello con l’acerrimo rivale spagnolo dell’Alpine, che premia Vettel di pochi millesimi. Che bello vederlo sfrecciare su un circuito del genere con così tanta grinta ed emozione!

Continua anche in territorio americano la striscia di grandi prestazioni di Vettel: negli Stati Uniti corre una gara da fantascienza, una corsa da campione. Innanzitutto, recupera la bellezza di cinque posizioni in partenza, trovandosi subito dietro Russell, poi mantiene per tutta la gara un passo stratosferico, tale da permettergli di rimanere sempre in coda al gruppo dei primissimi; e per non farsi mancare niente, è anche autore di una serie di sorpassi meravigliosi, che culminano con quello all’ultimo giro su Magnussen all’esterno delle curve 16, 17 e 18. Davvero incredibile quello a cui abbiamo assistito. E non dimentichiamo che nel mezzo c’è anche un pit stop di ben 16 secondi, che lo fa naufragare tredicesimo a 14 giri dalla fine. La ciliegina sulla torta è quel paio di giri condotti in testa al Gran Premio, probabilmente per l’ultima volta in carriera. E’ legale correre senza di te l’anno prossimo?

In Messico ci mette del suo, però stavolta non basta: la vettura non è competitiva come la squadra vorrebbe, e infatti lui e Stroll non riescono ad andare oltre un quattordicesimo ed un quindicesimo posto. Due settimane dopo però si rifa con gli interessi. Sulla spettacolare pista di Interlagos, dove peraltro ha vinto il Mondiale nel 2012 (descritto nella prima parte dell’articolo), sforna ancora una gran performance. E’ sempre in lotta per la settima posizione, che merita certamente di portare a casa, anche se poi termina undicesimo per una sfortunata Safety Car.
La grandiosa avventura di Sebastian Vettel in Formula 1 si chiuderà questa domenica ad Abu Dhabi, ma nessuno di noi è realmente pronto a tutto questo. Seb, sei un pilota ed una persona speciale, un velocissimo computer da corsa, uno con il cuore gentile. Il tuo ritiro ha spezzato il cuore a tutti, me compreso, ma ti vogliamo vedere sempre in prima linea ad affrontare con vigore tutti quei problemi che affliggono il mondo. Dai l’esempio, perchè la tua visibilità mediatica te lo consente, perchè da soli si può fare ben poco, ma tutti insieme, ognuno nel suo piccolo, possiamo fare la differenza. Ho iniziato a guardare la Formula 1 solo grazie a te che vincevi. Sempre. Con trenta secondi di scarto su tutti. Mi sono innamorato di questo sport solo grazie a te e ti ho tifato nei momenti migliori e in quelli peggiori, nella gloria e nella tristezza. Ora voglio solo dirti: grazie di tutto, DANKE SEB.