Sebastian Vettel ha annunciato il ritiro per la fine della stagione. Non proprio un fulmine a ciel sereno, era una notizia nell’aria già da qualche tempo. Sarà indubbiamente una grande perdita per la F1, una figura come quella del tedesco non è facilmente rimpiazzabile. Oltre alle indubbie qualità come pilota, Vettel è anche una splendida persona ed è per questo che è uno dei piloti più amati in griglia. La sua decisione di smettere con la F1 è data al volersi dedicare alla famiglia, di cui sappiamo poco e nulla data la sua – molto apprezzabile – riservatezza e dall’impegno per l’ambiente. Noi di Ultima Staccata abbiamo deciso di omaggiare la sua carriera, dividendola in tre parti: l’inizio, gli anni in Ferrari, la fine e l’impegno nel sociale. Questa è prima parte e ripercorreremo l’inizio della sua storia fino ai quattro titoli mondiali con la Red Bull.
L’inizio
E’ consuetudine, per ogni pilota, iniziare la propria avventura sui kart, nemmeno Vettel ne fu esente. La cosa curiosa è il dove: a Kerpen. Luogo dove ha iniziato uno dei suoi idoli, che poi sarà anche uno dei suoi estimatori e infine mentore: Michael Schumacher. Dopo diversi anni e diversi titoli sui kart, Seb passa alle monoposto, precisamente nel 2003 in Formula BMW. Nel 2004 vincerà il campionato dominando, 18 vittorie in 20 gare e grazie a questo risultato, per premio proverà per la prima volta una F1 – la Williams-BMW FW27 – nel 2005 a soli 18 anni. Nel 2006 corre in F3 Euro Series ma, cosa più importante, diviene collaudatore della BMW Sauber esordendo in Turchia in una sessione di prove libere in F1.

Il ragazzo dimostra una precocità impressionante per quei tempi, infatti mentre nel 2007 era al comando del campionato di Formula Renault 3.5 ha l’occasione di esordire in F1. Robert Kubica si infortunò nel GP di Montreal e la BMW decise di sostituirlo proprio con Vettel, che sfrutta a pieno l’occasione andando a punti nella gara di Indianapolis, all’esordio in F1. Dopo poco più di metà stagione viene chiamato dalla Toro Rosso per prendere il posto da titolare lasciato da Scott Speed. Nonostante la vettura non sia competitiva porta a casa un incredibile quarto posto al Gran Premio di Cina.
Toro Rosso, Red Bull e prime vittorie
Nel 2008 Sebastian Vettel diventa pilota titolare per la Toro Rosso, con la promessa di un futuro in Red Bull. La stagione non parte nel migliore dei modi, quattro ritiri nelle prime quattro gare. Poi Vettel inizia ad inanellare una serie di buoni piazzamenti diventando un pilota da zona punti abbastanza regolarmente. Il capolavoro però arriva a Monza, in un week-end sotto il diluvio. Tutti si aspettano la lotta tra Hamilton e Massa, ma è proprio il giovane tedesco a brillare. Pole position incredibile il sabato e vittoria la domenica dominando in lungo e in largo, come un veterano con la migliore auto a disposizione. Primo successo nella storia della Scuderia Toro Rosso nonchè ex Minardi. Quella di Monza è di sicuro la gara che ha fatto conoscere a tutto il mondo, anche quello più generalista, chi è Sebastian Vettel.

Nel 2009 inizia a costruire poi quello che sarà il suo impero alla guida della Red Bull. Con l’epocale cambio di regolamento dal 2008 al 2009 infatti la casa austriaca è una di quelle che ha indovinato il progetto giusto. Il Mondiale, a dire il vero, è subito indirizzato verso la BrawnGP (poi Mercedes), ma mentre quest’ultima si stabilizzava dopo aver accumulato tantissimi punti nei primi appuntamenti, piano piano la Red Bull iniziava a crescere e gettare solide basi per il futuro. Vettel ci metterà tre gare per trovare la prima vittoria nella storia della Red Bull. A fine stagione i successi saranno ben quattro e si piazzerà secondo nel mondiale piloti, alle spalle di Jenson Button.

Il quadriennio dorato di Sebastian Vettel
Arrivati a questo punto la storia è ormai nota, ma non per questo meno degna di essere raccontata. Nel 2010 Seb mette in luce la sua crescita costante, anche se sembra ancora un po’ acerbo per certi palcoscenici. In un campionato che ha cambiato diversi padroni e che ad un certo punto sembrava poter essere nelle mani del suo compagno di squadra Webber, o di Fernando Alonso su Ferrari, alla fine il Campione del Mondo è proprio Vettel. L’unico a non essere mai stato al comando della classifica iridata, fa il miracolo a fine stagione e compie, forse in anticipo coi tempi, il suo destino.

Il 2011 è una stagione leggendaria: 11 vittorie e 6 podi in 19 gare, arrivando solo una volta quarto e un solo ritiro: inarrestabile. Nel 2012 è battaglia serrata contro Fernando Alonso, che spinge la sua Ferrari al limite per tentare l’impresa. Lo spagnolo sembra anche poterci riuscire visto che Vettel ottiene una sola vittoria nelle prime tredici gare. Ma lo sprint finale del tedesco è impetuoso, con quattro vittorie e due podi nelle ultime sette gare. A fare impressione sono le due incredibili rimonte ad Abu Dhabi – da 24° a terzo – e all’ultima gara in Brasile. Va in testacoda al primo giro, rimonta da ultimo a settimo e ottiene il risultato che gli serviva per conquistare il terzo mondiale consecutivo. Come questa storia ci ha insegnato, dopo un titolo vinto lottando, ne arriva uno dominando. Nel 2013 è imbattibile, 13 vittorie – eguagliando il record di Schumacher – e due podi in 19 gare, quarto titolo mondiale consecutivo: Vettel è nell’olimpo dei più forti di sempre.

2014, l’ultimo anno in Red Bull
Quando un grande amore finisce, è impossibile che non lasci alcuna crepa. E’ un po’ il racconto dell’ultimo anno di Vettel in Red Bull, che arriva subito dopo una delle stagioni più dominanti della storia della F1, il 2013. Nel 2014 c’è nuovo stravolgimento dei regolamenti, ed inizia l’era turbo-ibrida. La Mercedes fa subito capire di essere avanti a tutti, la Red Bull segue ma è troppo distante. La scuderia austriaca, infatti, è più in lotta per il secondo posto con la Williams e non sembra mai capace di impensierire i tedeschi. Per Vettel la situazione è ancora più complicata: dopo l’addio di Webber alla F1, viene ingaggiato il talentuosissimo Daniel Ricciardo come suo compagno di squadra. Vettel va subito a podio in Malesia, dopo il ritiro alla prima gara per noie meccaniche, ma è un fuoco di paglia.
Il tedesco è in difficoltà, si trova a domare una monoposto sicuramente più difficile e sgorbutica rispetto all’astronave dei quattro anni precedenti. In più Daniel Ricciardo, che arrivava dalla Toro Rosso, sembra aver interpretato e capito meglio la vettura e disputa una stagione di altissimo livello. L’australiano otterrà addirittura tre vittorie, e si piazzerà sul podio iridato dietro i due piloti Mercedes. Vettel riesce a conquistare solo quattro podi, lottando per la vittoria solo a Singapore. A fine stagione le strade di Seb e della Red Bull si divideranno per sempre. Il tedesco farà una scelta sicuramente tecnica, ma soprattutto di cuore. Infatti, sul finire della stagione Sebastian Vettel firma un contratto con la Scuderia Ferrari a partire dal 2015.

Proprio i suoi anni alla Ferrari saranno il focus del prossimo articolo sulla storia di Sebastian Vettel, il nostro omaggio a questo grande campione che a fine stagione lascerà la F1.