Per il primo appuntamento con “Che fine hanno fatto” per la stagione 2023 abbiamo deciso di presentarvi uno dei piloti più amati degli ultimi due decenni di corse. Natio dell’insospettabile Polonia, ha vissuto una carriera condizionata dagli incidenti che lo ha portato ad ottenere molto meno di quanto avrebbe meritato: è la volta di Robert Kubica.
Gli esordi
Robert Kubica nasce a Cracovia nel 1984 e come ogni pilota professionista muove i primi passi della futura carriera sui go-kart, che lo portano a correre anche nel nostro Paese. Corre con i kart fino al 2000, anno in cui è quarto sia a livello europeo che mondiale. Com’è naturale che sia, lo step successivo sono le prime esperienze su vetture monoposto. Nello specifico tra Formula Renault e World Series by Renault si guadagna la vetrina a suon di podi e vittorie, tanto che ottiene di testare la Renault di F1 a Barcellona, non avendo però una chance da pilota ufficiale. Siamo al 2006 quando BMW lo porta in Germania come collaudatore del team di F1.

Da collaudatore a pilota
Da terzo pilota e collaudatore, si ritrova pilota ufficiale a partire dal Gp dell’Ungheria. Diventa il primo polacco di sempre a correre in F1 e al GP d’Italia ottiene addirittura il primo podio in carriera. Viene confermato pilota ufficiale per la stagione 2007 che chiude al 6^ posto andando costantemente a punti. Rischia anche di farsi seriamente male al Gp del Canada, quando si ribalta in maniera sconvolgente. Se la cava con un leggero trauma cranico e una caviglia slogata.

Gli anni d’oro…
Il 2008 è la sua stagione migliore: alla terza gara in Bahrain conquista la prima pole position della sua carriera. E poi, proprio in Canada, vince la sua prima gara in carriera e diventa leader del mondiale. In tutto i podi saranno 7 e il piazzamento finale il 4^. Al contrario, il 2009 fu una stagione disastrosa per Kubica e BMW con un solo podio e un misero quattordicesimo posto in classifica piloti. Il 2010 lo vede passare al team Renault, collezionare altri due podi e concludere il campionato all’8^ posto, ancora poco per uno del suo talento.

… e poi il calvario
Tuttavia, il 2011 di Robert Kubica è famoso non per i risultati in pista, ma per il fatto che abbia rischiato la vita per la seconda volta. Nel corso di un rally in Liguria si schianta sul guard-rail che cede e penetra nella vettura, trapassandola da cima a fondo. Kubica rischia di perdere una mano, oltre ad avere una gamba fratturata e un’emorragia interna. È la fine della sua prima parentesi in Formula 1. A posteriori, nel podcast della F1 ha rivelato che tale incidente gli è costato un contratto già firmato con Ferrari. Seguono numerosi interventi chirurgici e tantissima riabilitazione. Torna a correre solo nel 2012… nei rally.
I rally e il grande ritorno
Inizia così la parte rallystica della carriera di Kubica, che nel 2013 diviene campione del mondo del WRC-2 (“la F2 del rally” diciamo). Fino al 2016 riesce a cogliere la vittoria in alcune prove speciali e diventare pilota ufficiale della Ford. Dopodiché riesce a rientrare in F1 grazie al team Williams. Nel 2017 e nel 2018 colleziona solo qualche test e qualche prova libera, finché nel 2019 non viene ingaggiato come pilota ufficiale della Williams. È un’unica stagione in una vettura troppo scarsa per il nome che porta. Ottiene solo 1 punto nella folle gara di Hockenheim.

E poi che fine ha fatto?
Partiamo dal dire che è rimasto in orbita F1 come terzo pilota Alfa Romeo, collezionando 12 prove libere e 2 gare tra il 2020 e il 2022. Nel 2020 ha fatto anche una fugace apparizione nel DTM collezionando un solo podio. Principalmente si è dato all’endurance, nel 2021 ha vinto le European Le Mans Series in classe LMP2, il campionato di endurance più importante del nostro continente. A fine stagione ha esordito anche nel mondiale endurance, il WEC. Nel quale ha ottenuto, sempre in classe LMP2, il secondo posto alle 24 Ore di Le Mans del 2022. Quella gara, in realtà, lui, Lorenzo Colombo e Louis Delétraz l’avevano vinta, ma la loro vettura ha ben pensato di spegnersi all’ultimo giro. Tempo di riavviarla ed erano stati superati, che gioco crudele le corse… Nel 2023 correrà sempre nel World Endurance Championship, sempre in classe LMP2 nel team WRT assieme a Delétraz e Rui Andrade. All’esordio a Sebring hanno chiuso 4^ di classe, ma la sorte gli deve una Le Mans!
